mercoledì 20 novembre 2013

La Fabbrica della Morte

di GJTirelli

Da una parte c'è l'industria chimica in forte espansione - dall'altra la natura, in forte estinzione.
Questa equazione fa rabbrividire ...

L’industria della chimica è la peggiore fra le moderne calamità, e i suoi effetti sull’ambiente tutto e sulla salute dell’uomo sono a tal punto devastanti, da essersi resa necessaria una chiusura forzata di tutte le fabbriche e il loro sistematico smantellamento.

La contaminazione del territorio, delle acque e dell’aria, hanno raggiunto livelli apocalittici che sono causa delle più svariate forme di patologie tumorali, neurologiche, e di una lunga serie di altrettante malattie, disfunzioni organiche, allergie, e disturbi di varia natura, che la moderna scienza non è in grado di codificare, di comprendere, ne tanto meno curare. 

Tutto questo “moderno dolore”, è di fatto il prodotto della ricerca e dell’innovazione scientifica, le cui controindicazioni, interazioni ed effetti collaterali, superano di gran lunga i benefici promessi, propagandati e garantiti come miracolosi, innovativi, ed esclusivi. 

Un imbroglio galattico, un’impostura infernale che ci perseguita da decenni, architettato e pianificato in nome della logica del profitto ad ogni costo e con ogni mezzo, e che non tiene in nessun conto il diritto alla salute dei cittadini, ma si accanisce con sadico piacere sulle loro speranze ...


Il primo passo verso il cambiamento di una metamorfosi rivoluzionaria radicale della società dei consumi, sta nel riconvertire “l’industria agro alimentare”, nella semplice locuzione, “agricoltura biologica”. 

In realtà, “industria agroalimentare”, non significa nulla – una vera bestialità; quel subdolo esercizio di illusionismo, oggi molto in voga, che in veste di ossimoro, intende sdoganare il concetto di Male, affiancandolo al suo opposto.

Nel nostro caso, l’Industria rappresenta la morte e, “agro alimentare”, la vita. Parlo di due dimensioni distinte, opposte e contrapposte che, per logica e natura, si respingono e si combattono. 

Ogni sforzo finalizzato a fonderle fra loro (in virtù di perverse logiche volte all’interesse particolare e al potere), produce come risultato ultimo, l’azzeramento di ogni punto di riferimento e oggettivo parametro di giudizio e di comparazione, in mancanza dei quali, ogni confine etico e morale, viene superato, azzerando in noi la capacità di separare la libertà dalla licenza, il progresso dalla catastrofe ambientale e, in fine, la luce dalle tenebre.

La “Monsanto”, figlia prediletta di Satana, si pone a paradigma supremo di quel concetto di distruzione e di degenerazione, che lo stesso capital-liberismo condivide nel suo DNA, come eccellenze genetiche. 

E’ la rappresentazione plastica di come il “maligno”, da eccellente trasformista, pianifichi il suo progetto di sterminio, mascherandosi subdolamente sotto le vesti di un cognome dall’etimologia spagnola (Monsanto = Monte Santo), che all’apparenza interpreta un non che di sacro, di puro, incontaminato da ogni intrusione di natura malefica.

Diversamente, questa fucina del male, commercia quanto di più ingannevole si possa tramare, produrre, acquistare e consumare. Una fabbrica di morte e di dolore per definizione che, in pochi decenni, ha infettato in forma virale tutta la catena alimentare, dalla semina al raccolto. I breve, tutto il ciclo della nostra esistenza.

L’obiettivo di Monsanto è controllare la catena alimentare globale. 

I cibi trasngenici sono il mezzo per raggiungere questo obiettivo. I brevetti la via per ottenerlo. 
La prima tappa della "rivoluzione verde" già si è conclusa - fu quella delle piante ad alto rendimento con l’utilizzo di pesticidi e relativo inquinamento ambientale. Ora siamo nella seconda fase di questa “rivoluzione” dove la chiave sta nel far valere i brevetti sugli alimenti. Questo non ha niente a che vedere con l’idea di alimentare il mondo. L’unico fine è aumentare gli introiti delle grandi coorporation. Monsanto guadagna in tutto e su tutto. Ti vende il pacchetto tecnologico completo, i semi brevettati e l’erbicida obbligatorio per quel seme.

La Monsanto è l’avamposto strategico di Satana, in marcia lungo la strada tracciata dal Capital/liberismo che ha fatto terra bruciata di quell’impianto etico connaturato all’origine, in modo di facilitare la sua escalation e sgombrare dal campo ogni ostacolo di natura morale che potesse rallentare la su avanzata verso il dominio sul mondo. 


La Monsanto e sorelle, andrebbe immediatamente bombardata, ma nessuno al mondo si prenderà mai questa briga.

Al punto in cui siamo (di non ritorno) non ci resta che attendere il giorno della fine, comodamente seduti sul divano delle libertà irrise e perdute.

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